La radio




È nel 1895 che Marconi ha dato completa, seppure rudimentale impostazione a quello strumento che indifferentemente può chiamarsi radio, wireless o telegrafia senza fili: è comunque da questo sistema che si svilupparono, direttamente o indirettamente, tutte le radiocomunicazioni del futuro.
Guglielmo Marconi dimostrò la possibilità di trasmettere e ricevere, utilizzando una versione innovata del trasmettitore di Hertz che permetteva di inviare un messaggio da un destinatario ad un ricevente senza farlo captare ad altri.
Ma lo sviluppo della radio va ben oltre questa intenzione originaria, tanto che lo stesso Marconi ritiene di essere stato scavalcato dalla sua stessa invenzione: la radio si sviluppa come mezzo di comunicazione circolare, orientata verso un numero indefinito di persone, quindi in un modo non previsto dal suo inventore.
L'invenzione venne poi modificata da vari esperimenti realizzati su di essa, ma è con la Prima Guerra Mondiale che il fenomeno subisce un'accelerazione senza precedenti: i messaggi venivano inviati in continuazione ad un numero sorprendente di persone, verso i soldati, negli ospedali, nelle scuole per mantenere alto il fervore patriottico...
La diffusione della radio come mezzo di comunicazione di massa avviene a partire dagli anni '20.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la radio era il medium più diffuso, ma l'avvento della televisione , nuova regina del panorama mediatico, tolse lo spazio alla radio e ne modificò sensibilmente il ruolo.
La radio presenta una caratteristica del tutto innovativa rispetto ai media che l'hanno preceduta: la simultaneità nel tempo, ovvero la possibilità di trasmettere informazioni in diretta, cioè per esempio, di raccontare un evento nel momento in cui esso ha luogo.
Prima dell'invenzione della radio ciò non era possibile, nè ipotizzabile: solo i testimoni oculari di un avvenimento potevano sapere, istante dopo istante, cosa stava accadendo.
Fu la potenzialità di questo medium a determinarne l'ampio successo.
Un episodio che rimane come l'esempio più clamoroso del punto a cui può giungere il potere di coinvolgimento dei media sull'opinione pubblica è lo scherzo ideato da Orson Welles: nel 1938 il famoso attore, nel trasmettere un radiodramma intitolato "La guerra dei mondi", finse di "mandare in diretta" l'invasione dei marziani sulla terra. La gente ha creduto che fosse una notizia reale e si verificarono scene di panico e di delirio davvero memorabili.

La trasmissione radiofonica è una via di mezzo tra:
  1. L'editoria, che vende messaggi al pubblico;
  2. Le reti, che sono a disposizione del pubblico: non vendono messaggi, bensì un mezzo di comunicazione di massa.
La trasmissione radiofonica è sostanzialmente un editore che vende messaggi, ma è anche un servizio, poichè posso sintonizzarmi sempre (come avviene per le reti).

Breve storia della radio

  1. Radio a galena: è uno strumento molto costoso e al tempo stesso complesso: ha un target preciso, destinato ad un pubblico di appassionati. Tramite un libretto delle istruzioni può essere montato, ma solo dopo l'acquisto, in quanto una volta assemblato non è più possibile spostarlo.
  2. Radio a valvole (fine anni '20): è munita di due manopole, una per la regolazione del volume e l'altra per la sintonizzazione delle stazioni. Il suo prezzo si abbassa notevolmente e il suo utilizzo diviene alla portata di tutti: è solo adesso che la radio diventa un mezzo di comunicazione di massa.
  3. Italia, fine anni '30: si contano circa un milione di apparecchi radiofonici: il successo della radio porta ad una sua progressiva diffusione e penetrazione negli ambienti domestici. In questi anni il regime fascista utilizza la radio come strategia di propaganda politica. Dunque la radio ha un doppio uso: svolge una funzione privata, come strumento domestico, e ne svolge anche una pubblica ed ufficiale, come strumento di coesione e di unione di massa.
  4. Radio a transistor (anni '60): leggero, portatile e di bassissimo costo.



  5. Radio a galena


    Radio a valvole



    Radio a transistor

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